CINQUANTA
Sono indietro con il Blog, devo ancora scrivere due post relativi a gare del mese scorso, ma queste due righe voglio metterle giù oggi, di botto, senza star tanto a guardare la successione degli avvenimenti.
Il titolo può trarre in inganno, perché il pensiero va ad un’ (o un) Ultra, Maratona o Trail che sia.
Niente di tutto ciò: vi comunico invece che oggi ho raggiunto il traguardo del mezzo secolo, cinquant’anni (che impressione a scriverlo….).
Uno sguardo indietro.
Da ragazzo del ’62, posso dire di aver visto un’ Italia che si leccava le ferite del dopoguerra, anni difficili che sono stati fatti falsamente passare per “boom economico”, nei quali gli amerikani, ai quali ci siamo assoggettati, ci hanno “insegnato” a spendere più di quanto avevamo.
Preludio alla crisi economica che stiamo vivendo, fondata sul consumismo caratteristico del popolo d’oltreoceano, che abbiamo maldestramente imitato.
Un susseguirsi di Legislature ed un impantanarsi tra deficit di Stato, debito pubblico, crisi occupazionali, prepensionamenti, licenziamenti e chi più ne ha più ne metta.
Questa è la visione generica dei cinquant’anni che ho trascorso, ma non sono qua per tediarvi con ragionamenti sullo stato sociale né con le pochezze dei Governi che si sono succeduti….massa di pagliacci incompetenti e pressappochisti, interessati solo a conservare il loro posto sulla poltrona….tutti indistintamente, destra e sinistra….
Spenderò, invece, due parole su quella che è stata la mia vita fino ad oggi, dalla spensierata fanciullezza alle gravose incombenze da capofamiglia.
L’allegria degli anni ’70, quando correvo in pista e cominciavo ad andare in montagna e per grotte; il dolore degli anni ’80 che preannunciava la tragedia dei primi anni ’90, quasi a voler significare che con la maggiore età la vita cambia drasticamente; le corse all’ospedale per cercare di far star bene la Mamma, almeno psicologicamente; la grande solitudine mentale degli anni ’90 e la ricerca di un equilibrio difficile da trovare; la gioia per l’incontro della donna giusta e la felicità del frutto della nostra unione, all’inizio del nuovo millennio; e perché no, la ritrovata allegria e la rinnovata spensieratezza del gesto atletico degli ultimi anni, iniezione di fiducia e rivisitazione dello sportivo che c'è in me.
In mezzo tanti amici che non ci sono più, difficoltà sul lavoro, una Laurea che vedevo allontanarsi con il passare degli anni; sudata, cercata, voluta con tutte le mie forze….il “volli, volli, fortissimamente volli” di Alfieri era aria fritta in confronto ai pugni contro il muro nella ricerca di concentrazione.
E finalmente raggiunta, per me di valore doppio rispetto al normale, perché ottenuta lavorando !!
Dieci anni di ginnastica attrezzistica, qua ne parlo un po’, che mi hanno formato, non solo fisicamente, inserendomi in un gruppo di amici.
Ed ancora l’onore di appartenere al Corpo Nazionale Soccorso Alpino, otto anni di servizio all’ombra di quel distintivo che sotto l’insegna del CAI riporta una croce bianca contornata di rosso.
Un’esperienza che non si può dimenticare, che mi è rimasta profonda e che mi ha segnato intensamente, nel bene e nel male.
Si correva senza perdere tempo e senza lesinare assenze dal lavoro, coperte da ferie o da permessi non retribuiti, con l’unico pensiero rivolto alla salvezza dell’Amico ferito, senza alcun compenso e senza porsi problemi per il costo del carburante, mossi unicamente da quello spirito di corpo e da quel cameratismo che solo l’essere legati ai due capi di una corda sa dare.
Se tutto finiva bene regnava l’allegria, si era pienamente ripagati dalla stanchezza fisica dei lunghi giorni dell’intervento, ed il vino scorreva a fiumi; se, invece, l’epilogo era negativo alla stanchezza si associava una tristezza che faceva ammutolire, si voleva solo tornare a casa….
Ed altre corse per gli interventi dei Vigili del Fuoco, prima all’interno del servizio militare e poi come vigile discontinuo.
Qui le emozioni erano tutto sommato minori, la quotidianità degli interventi non lasciava troppo spazio alla fantasia e la routine alla lunga stufava, anche se non ci si annoiava mai.
Insomma una vita di corsa….già, la corsa….
In questi cinquant’anni sono riuscito a raggiungere tutti i paletti che mi sono imposto nella vita, a volte magari spostandoli più in là, ma sempre con serietà ed impegno.
I molti sacrifici che ho dovuto sostenere mi hanno fatto apprezzare ancora di più i risultati ottenuti, anche se a volte il “ma chi me lo fa fare” faceva capolino qua e là; di Maratone ne ho fatte, e non solo di corsa....
Decenni volati via come foglie al vento, veloci....sciolti come neve al sole, lasciando una scia di detrito a volte sporco, incancellabile, altre volte colorato e luccicante alla luce del giorno.
Sono comunque pago, sento di aver raggiunto, in vari campi, quello che volevo, e questo mi dà un senso di serenità e di completezza.
Se invece guardo davanti a me, non posso dire di essere tranquillo e fiducioso, ma questo è, purtroppo, opinione comune e perciò cosa nota, e non mi dilungherò a raccontarne i motivi.
Ecco, tutto questo, e molto altro ancora, è quello che ho pensato durante le mie tre ore di corsa del tardo pomeriggio di oggi, ultimo giorno del mio quarto decennio di esistenza.
O forse pensavate che sarebbe stato un post fuori tema, buttato là così, giusto per scrivere qualcosa ??
Nono, qua si parla solo di corsa.
E quella di oggi si è svolta sotto un cielo plumbeo e con raffiche di Bora che ogni tanto soffiava intensa….bellissimo !!
Sì, ma me la sono presa comoda, ormai ho una certa età….
....e poteva finire senza la festa con gli amici speleo ??
siamo appena all'inizio, ma l'occhio appare già "pallato"....
si continua, e comincio a non riconoscere più gli invitati....
la circolazione sanguigna comincia a risentirne: "poco sangue nell'alcol"....
ci siamo, non mi ricordo più come mi chiamo....