"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
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sabato 23 giugno 2012

Con un super ritardo di tre mesi riprendo la trattazione di questa mia pagina, che integro con le corse del mese di marzo.

 34° Maratonina isontina - Gorizia


Domenica 4 marzo 2012

Ormai profondamente contagiato dal virus del trail, mi “rimetto su strada” e mi misuro per la prima volta nel 2012 con la distanza della Mezza.
Tracciato già noto che percorrerò per la terza volta; è una Mezza che considero quasi “di casa”, perchè distante poche decine di chilometri, che si tiene in una zona alla quale sono legato da vincoli familiari.
Nonostante tutto ciò, tuttavia, non riesco mai a correrla serenamente come vorrei, combattuto tra la noncuranza del voler strafare per cercare il PB e la pacatezza che nei primi periodi dell’anno porta a lesinare sullo sforzo.
Contagiato dal trail, come appunto dicevo, e con pochi, pochissimi chilometri su strada, considerando il fatto che dopo aver trascorso alcuni mesi per sentieri non è facile tornare sull’asfalto.
Cioè, per esser facile….non è difficile….fa solo un po’ schifo !!
Già, perché poi, dopo aver corso per decine e decine di chilometri tra il verde, con salite spaccagambe e discese che mettono a dura prova i riflessi, tra il cielo azzurro ed i prati incolti, con un occhio alle pietre smosse sotto i piedi e l’altro al ramo che ti sta per arrivare in fronte, ebbene dopo queste prove uno acquista lo status di semi-dio e crede che nulla più potrà nemmeno sfiorarlo.
Una Mezza….puah, cosa vuoi che sia….”; già, solo in teoria però….


Partenza quindi alle 9:30 da piazza Cesare Battisti, a Gorizia, per correre la mia prima M50 (ehm….), consapevole dei limiti dei quali ho appena accennato: sarà quindi un allenamento e nulla più.
Le facce sono sempre le stesse, come ogni volta e come ogni partenza, con i top-runner in prima fila, gli umanoidi a seguire e le promesse non mantenute, categoria alla quale mi pregio appartenere, buoni ultimi dietro a tutti.

Avvio tranquillo, in compagnia di Gianmarco-Ronin, compagno di trail di casa nostra, che dimostra subito di avere un passo più veloce del mio e che lascio andare dopo un paio di chilometri.
Io invece provo a trovare un ritmo confacente al mio stato di forma, e ben presto mi accorgo che non sarà cosa facile.
Infatti fatico molto, e dopo i soliti primi chilometri “fuori misura” attorno ai 5’/Km mi è proprio difficile indovinare un passo costante ed ottimale.


Tra un tratto di corsa ed uno al passo, al 10° chilometro mi raggiunge Silvia, alla sua prima esperienza sulla distanza che, devo dire, si difende molto bene.



Dopo i saluti ed i convenevoli del caso (ci siamo conosciuti qualche mese fa ad un terzo tempo) ci mettiamo d’impegno e procediamo in una sorta di simbiosi.
Ben per me, che così posso regolare il mio passo, e vantaggioso anche per lei, che tutto sommato in compagnia acquista fiducia.
Non so se e quanto si sia allenata, so solo che più di una volta mi lascia indietro, arrancante, e mi costringe alla rincorsa.
La media è bassa, viaggiamo oltre ai 5’ 45”/Km, ma procediamo bene, costanti ed in ottima sintonia.
Gli ultimi sette chilometri sono in leggerissima discesa, contrariamente alla parte precedente, ed il passo aumenta leggermente, soprattutto è più fluido e rilassato.



Ad un chilometro dalla fine Silvia vede che il mio passo diventa più agevole:
-“Vai pure se vuoi !!
-“Non c'è fretta, siamo arrivati fino a qua insieme e così finiremo !!
Gli ultimi cento metri del rettilineo finale sono un trionfo, con i suoi ed i miei “fans” che ci acclamano e lo speaker che scandisce i secondi sul cronometro.
Prego notare il sincronismo.



Tempo finale per entrambi di 2h 5’ 29”, ottimo per lei, ragionevole per me. Vabbè, così adesso so quanto valgo senza allenamento.
Ed ho capito che il solo trail non è sufficientemente allenante se si vuole correre anche su strada, perché manca la necessaria tenuta del ritmo; è senz’altro una corsa molto muscolare e faticosa, ma che va integrata con la pratica su strada.

5 commenti:

  1. Tutto vero! L'asfalto richiede una costanza di ritmo che va allenata e mantenuta. Lo spirito, però, il correre e arrivare assieme si alimenta tra i sentieri!

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  2. Ciao Fratello,
    dai che ci troviamo in una mezza, e ti faccio io correre ...

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  3. Bel racconto, condivido i pensieri su "trail e asfalto" tuoi e di Caio...
    Ti aspetto per qualche trail in compagnia!..
    Ciao... ;)

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  4. Grazie ragazzi, per me è sempre un piacere sentirvi vicino e condividere con voi le sensazioni sulle nostre corse.
    ;-)

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  5. E' stato un piacere correre assieme!
    Silvia

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