Prove di tre
No, non questo, ma questo,
anche
se, in effetti, l’analogia è forte, considerando il fatto che il percorso
obbliga praticamente sempre al roaming.
A tre settimane scarse
dall’impegno con il trail di casa, che consideravo (e che, nonostante tutto,
considero ancora) come il mio appuntamento più importante dell’anno, pesanti
dubbi cominciano a farsi largo.
E si sommano alla grande,
grandissima, incognita che accompagna “gesta
sportive” di questo calibro dal punto di vista fisico, mentale e, perché
no, legata al meteo.
La canicola dell’estate appena trascorsa mi ha segato le
gambe: il clima torrido che da qualche anno caratterizza le estati del Nord-Est
mi fa a malapena camminare, figuriamoci se riesco a correre….
Come l'anno
scorso, anche quest’anno ho cercato di trovare una soluzione alla pochezza
degli allenamenti estivi, trascorrendo il 13 di Agosto a raggiungere i 1.200
metri di quota del Monte Re (meglio conosciuto con il nome di Monte Nanos),
situato in Slovenia, ad una ventina di chilometri dal confine di Stato.
ecco fatto, nell'attesa di osservarlo nella sua consueta veste invernale.
Poca roba, più che altro una fuga dalla
Città arroventata; semplicemente una gita,
con annessa gratificazione finale: ad ognuno la sua.
Due giorni dopo ricognizione
nella parte centrale del sentiero 3, da Zolla di Monrupino a Rupinpiccolo, tre
ore per percorrere con calma ed al fresco i boschi sotto il Monte Lanaro,
memorizzando i tratti salienti e gli incroci più nascosti.
Ad inizio settembre altri 6 Km, con orzetto, più o meno
nella stessa zona, sempre nell’area interessata dal tracciato.
I primi colori dell’autunno, un
orzetto “che va” (e come va !!), forte di un’ancora acerba esuberanza giovanile
che sul rettilineo finale, ad un chilometro dalla macchina, gli suggerisce di
allungare il passo, lanciandomi il guanto di sfida a singolar
tenzone.
Chiaramente accetto il, per lui,
mal ponderato duello, ed il suo arrivo boccheggiante chiude un piacevolissimo
pomeriggio, alternativo alla pista.
CHE SPETTACOLO !!
Tre settimane dopo (però, questo
numero tre ricorre un po’ troppo spesso….) altri dodici chilometri da Gropada a
Fernetti e ritorno, correndo dove gli incroci me lo permettono, visto che la
Guida sono io e devo aspettare la truppa che senza le mie indicazioni si perde.
Su e giù per il Monte dei Pini,
andata e ritorno, bellissima zona; bei tratti con sottobosco rado e altissime
conifere; single-track o carrareccia ben segnata; nessuno sul
percorso….
Sono in avanscoperta, fermo ad
uno dei tanti incroci, quando all’improvviso un rumore molto forte mi fa girare
da un lato.
Sembra il rumore della pioggia
che cade sulle foglie secche, continuo, cadenzato, veloce, intenso….ma di
pioggia nemmeno una goccia….ed allora cos’è ??
Mi abbasso un po’ ed aguzzo la
vista qualche metro distante da me, sotto i rami degli alberi; il rumore cessa
e prende forma un naso nero e rotondo, con attorno a sé tanti peli ispidi, due
occhi piccoli e due zanne, forse al pari piccole, ma forse anche no, non lo so,
ho preferito non accertarmene.
Sono riuscito a contare nove
cinghialini con mamma al seguito, che appena mi ha scorto ha cambiato
direzione, allontanandosi con il rumoroso codazzo.
Poi per tutto Ottobre solo i
tratti d’asfalto della ciclabile, con una punta massima di 18 chilometri sullo
sterrato della Val Rosandra.
Ecco, sono arrivato al punto: ho
corso poco.
Abbastanza per evitare il
proliferare della panza, ma decisamente poco per poter dire di essere in forma
e per poter affrontare gli stupendi 53 chilometri del Sentiero 3.
Questo è, senza ombra di dubbio,
l’amaro rendiconto che la tabella mi restituisce; sui motivi di questi numeri
mi riservo di parlare dettagliatamente in seguito.
A tre (e daje con ‘sto tre) settimane dal via dovrei
pensare che ormai i giochi sono fatti, che non c’è più possibilità di
incrementare il decisamente basso conteggio chilometrico, anche se, tutto
sommato, forse forse un “trenta” ci starebbe ancora.
E poi: che tempo farà il 2
Dicembre ??
Il freddo vero non dovrebbe
esserci, quantomeno non quello inteso come possibilità di trovare tratti
ghiacciati.
Magari, invece, ci fosse una
bella giornata fredda, limpida, asciutta, con il sole che si vede, ma che non
riesce a scaldare !!
E se dovesse piovere ?? Con
quell’umidità che alle sette di mattina ti entra nelle ossa….a farsi 6-7 ore
(se va bene) di pioggia e fango….
Non so proprio cosa fare: auspicare che, considerando i pochi chilometri che ho fatto, piova per una
settimana di seguito, compresa domenica 2 Dicembre, cosicché rimango sotto il
piumone (e me ne dispiacerebbe molto), o sperare nella giornata fredda, per
dare libero sfogo alla mia incoscienza ed azzardare “l’impresa”….
Tra non molto lo saprò.