Riflessione
Ci sono momenti, nella vita di un
runner, nei quali tutto sembra perdere di importanza, nei quali la
Cultura dello Sport scema.
Il disinteresse per la forma fisica assurge ad argomento
del giorno e null’altro sembra avere importanza minore, specialmente quando lo
stato delle cose non stimola diversamente e la Bora che soffia con violenza fa
percepire una temperatura di – 18°.
Si aprono scenari fino ad allora
invisi, fatti di sedentarietà e pigrizia, nei quali le sedute di CM sono
sostituite da sedute sul divano ed alle ripetute brevi si preferiscono le
ripetute lunghe….distesi dieci minuti da una parte e dieci minuti dall’altra.
Ebbene, in quei momenti lo sforzo
fisico è un lontano ricordo, e tale si vuole rimanga.
Riscaldamento (centralizzato) a palla,
anche di notte (e anche troppo), le asburgiche “vecchie Province” vestono in
toto i panni della Colonia annessa al Regno d’Italia, acquisendone vizi e
virtù, soprattutto i primi….
Barba lunga, lo svacco prende il
sopravvento e l’ipnotico elettrodomestico rettangolare polarizza, è il caso di
dirlo, gli “sforzi” quotidiani.
Pur essendo poco o nulla avvezzo
allo sport “guardato” e non identificandomi nel tifo per alcuna compagine
sportiva, riconosco in taluni sport gesti atletici degni di nota.
Seguo, infatti, le tappe alpine
del Giro d’Italia di ciclismo, le Olimpiadi, specialmente per l’atletica
leggera e per la ginnastica artistica, mentre aborro gli sport (sport ??)
palla-dotati.
Fa eccezione il rugby, del quale
apprezzo la fatica (vera) e lo spirito profondamente sportivo che unisce le
squadre avversarie.
Tutto ciò premesso stilo, quindi, di seguito il
programma della mia giornata odierna.
Ore 12:00 – discesa libera da
Chamonix
Ore 17:00 – torneo 6 Nazioni di
rugby
Il frigo è pieno di birra e
schifezze varie: oggi via libera al lassismo, al grido di un forse poco aulico,
ma oltremodo realistico quanto veritiero
MA CHI ME LO FA FARE ?!?!
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Credo di fare "cosa buona e giusta" inserendo la seguente osservazione, trovata sul Blog di Orlando Pizzolato, persona decisamente esperta in materia.
Gli effetti del gelo
Approfitto delle critiche condizioni ambientali che si stendono su tutta
la nostra Penisola per sottolineare gli effetti del gelo sulle
prestazioni atletiche.
Quando la temperatura dell’aria è vicina a 0° il rendimento sportivo
cala perché perde di efficienza l’apparato respiratorio, si riduce la
fluidità dei muscoli ed è condizionata anche la termoregolazione.
Con il
freddo, la reazione logica è coprirsi maggiormente, ma ciò serve solo
per ridurre la dispersione del calore del corpo (favorire quindi la
termoregolazione), e il rendimento fisico è sempre inferiore a quando la
temperatura è più mite.
Gli aspetti fisiologici che ne risentono riguardano il massimo consumo
di ossigeno, e si riscontra anche una maggiore difficoltà del cuore a
raggiungere livelli massimali: la frequenza cardiaca massima resta più
bassa di circa 5 battiti al minuto, e quando il termometro segna –10°,
si possono perdere fino a 20 secondi al chilometro.
Coprirsi
maggiormente non migliora più di tanto la situazione; anzi, un
abbigliamento troppo pesante, composto da molti strati, contribuisce a
ridurre ulteriormente il rendimento, perché i movimenti sono più
impacciati.
Solo se si deve correre a ritmo lento si avvertono i
vantaggi di un abbigliamento più pesante, anche perché il calore
metabolico prodotto dall’organismo sotto sforzo è inferiore a quello
prodotto ad andature più sostenute.
Ad influire negativamente sul rendimento c’è anche l’azione del freddo
sulle scarpe, e precisamente sul materiale che compone l’intersuola.
Sempre più frequentemente le aziende utilizzano l’aria come elemento da
inserire nell’intersuola (iniettata quando il materiale elastico - di
solito l’EVA - si sta raffreddando), allo scopo di aumentare il volume
della scarpa per ampliare l’effetto ammortizzante.
L’aria non ha in
sostanza peso, e quindi non influisce sulla composizione ponderale della
calzatura; è quindi un elemento vantaggioso per aumentare l’effetto
ammortizzante e ridurre il rischio d’infortunio dai forti e numerosi
impatti con il terreno.
Purtroppo, però, il freddo agisce negativamente
sull’aria, perché quando la temperatura si abbassa le molecole riducono
la loro velocità ed in pratica s’induriscono.
Ciò che succede all’aria lo possiamo verificare con l’acqua; quando la
temperatura si avvicina a 0°, l’acqua solidifica per effetto della
perdita di velocità delle molecole che la compongono.
Le micro
particelle di aria iniettate nell’intersuola delle scarpe tendono a
cristallizzare e la scarpa diventa meno morbida.
Le calzature da corsa
diventano quindi meno elastiche, tanto che noi le definiamo come scarpe
“secche” proprio perché perdono l’effetto ammortizzante e, anche se
modesto, quello di spinta.
Se tale situazione può sembrare poca cosa, è sufficiente prestare
attenzione al rumore che fa il nostro piede quando appoggia per terra: è
maggiore rispetto a quando la temperatura è più mite.
E ciò è tanto più
evidente quanto più sottile è l’intersuola della scarpa, come per
esempio nelle calzature che si usano in gara e negli allenamenti veloci.
Quante scuse... :)
RispondiElimina...e dopo te paghi dazio !...ale su...scarpete, qualche strato de maie, braghe lunghe, guanti e beretin...da roian al bivio, lato monte, sufia poco gnente...e andar e tornar xè circa 11 km...:-)
RispondiEliminainsoma no volè darme ragion, dei....eh eh eh eh
RispondiElimina;-)
Ma, la bora e una scusa bouna, no?
RispondiEliminaMa, preferrirei buon tempo e una lunga corsa, che questa bora maledetta!