Cross training
Come riuscire a dare una
continuità all’allenamento in questo torrido mese di agosto, quando nemmeno la brezza
marina della notte riesce a rinfrescare l’aria, complice il mare troppo caldo,
e correre alla mattina presto è ugualmente improbo, così come nelle ore calde
della giornata ?
Quale soluzione adottare per non
sentirsi troppo in colpa per non aver fatto i compiti ?
Con queste temperature riesco a
correre per pochi chilometri: un senso di spossatezza generale mi assale e
l’impressione di svenire è così forte che devo fermarmi.
Si cercano alternative, e la
risposta è un allenamento che, ancorché non qualitativo, riproduca uno sforzo
fisico comunque equiparabile al consueto allenamento previsto: la parola magica
è cross training.
1) Bicicletta ?? Troppo caldo, a quel punto tanto vale correre;
2) Nuoto ?? Sono nato in una Città di mare, ma quel tipo di
impegno fisico non mi è congeniale, no grazie (diversamente mi immergo con vero
piacere, ma in quel caso non si nuota);
C’è poi il tempo da dedicare alla famiglia, è doveroso….ed
allora perché non unire l’utile al dilettevole ??
A dieci minuti di macchina c’è l’Altipiano carsico, quota
media 300 metri….già, ma la temperatura si abbassa al massimo di tre-quattro
gradi, poca roba, senza contare che negli spazi aperti non coperti da
vegetazione il soleggiamento e la temperatura sono anche maggiori che a livello
del mare, dove bene o male l’escursione termica fra la superficie dell’acqua e
le zone ombreggiate crea pur sempre un piacevole venticello fresco.
Però basta alzarsi ancora un po’ di quota, in venti minuti
si oltrepassa il Confine di Stato e si arriva a 500 metri sul livello del mare;
qui la differenza di temperatura si sente, non è presente l’oppressivo senso di
afa e di chiuso della Città, la circolazione dell’aria è diversa e si respira
molto meglio; non c’è il traffico né alcun rumore della nostra frenetica e
logorante società, ma solo il verde e l’azzurro….rilievi carsici, boschi e
cielo.
Sono le tre e mezza del pomeriggio, siamo a Erpelle, in
Slovenia, un paio di chilometri oltre al Confine e la meta prevista è il Monte
Taiano ed i suoi 1.028 metri di quota.
Da percorrere circa 10 chilometri in leggera e costante
salita e 500 metri di dislivello, seguendo una comoda carrareccia che si
sviluppa quasi interamente in un bosco di latifoglie, eccezion fatta per l’ultimo chilometro lungo l’erta
finale che conduce al rifugio posto in sommità, dove l’impetuoso e gelido vento
da Nord-Est sferza la superficie ed impedisce alla vegetazione d’alto fusto di
svilupparsi e crescere.
L’andatura sarà quella del più
lento, quindi ci adegueremo al passo di Orzetto.
E’ un piacere iniziare a
camminare all’ombra, perchè pur con una temperatura prossima ai 25 gradi il senso
di caldo è molto limitato grazie ad una bassa percentuale di umidità relativa.
Ogni volta che scorgo delle more
tra i rovi mi fermo per raccoglierle, buone e dolci.
I profumi del bosco si avvertono
distintamente e fra tutti prevale quello del ciclamino, grazioso fiore che
sbuca tra la roccia.
Devo essere sincero: ho
sottovalutato la lunghezza del percorso ed il suo dislivello, poco adatti ad un
bambino di sette anni, e mentre il Garmin mi comunica che siamo giunti al
quinto chilometro, la sensazione di avere esagerato pervade i miei pensieri.
Orza riesce comunque a svagarlo
con discorsi che riguardano i Pokemon, le dimensioni degli animali preistorici
e le streghe dell’ultimo racconto letto, speriamo duri….
Io li precedo di qualche decina
di metri, un po’ come la carota da inseguire e raggiungere; non troppo vicino,
devo imprimere un’andatura accettabile né troppo lontano, non devo risultare
irraggiungibile.
Aspetto di vederli arrivare, fermo sul sentiero....ecco,
arrivano....mi giro per riprendere il cammino e con la coda dell'occhio
scorgo ad una decina di metri il manto bruno e le due zampe posteriori
di un capriolo che attraversa il sentiero....
Dopo un’ora e mezza la
stanchezza dei miei due compagni d’avventura sta iniziando a farsi sentire, nei
tratti rettilinei vedo che la distanza tra di noi aumenta; dietro alle curve li
devo aspettare sempre più a lungo….
- “Quanto manca ??”
- “Siamo quasi arrivati….”
- “Sì, ma quanto ancora ??”
- “….pochi minuti….”
Nella metà superiore del
tracciato ogni tanto la vegetazione si dirada e si può così vedere il mare: il
Golfo di Trieste e quello di Capodistria sembrano così vicini da poter quasi
essere toccati: si distinguono chiaramente le gru sulle banchine dei due porti.
Adesso la pendenza aumenta,
allungo un po’ il passo per non farmi raggiungere, potrebbero chiedere
di fermarsi, ed approfitto per scattare un paio di foto.
A due ore dalla partenza la
ciurma prova l'ammutinamento:
- “Papà, io sono stanco, mi
fermo qua !!”
- “Ma dai, cosa vuoi fermarti
adesso !! Ormai siamo arrivati, un ultimo sforzo….”
La mia credibilità comincia
ormai a vacillare, ma ad un bivio scorgo un provvidenziale cartello che indica
la fine delle fatiche:
- “Guarda là cosa c’è scritto:
Monte Taiano 15 minuti, hai visto ?? E la vedi quell’antenna rossa fra gli
alberi ?? Vuol dire che siamo proprio arrivati !!”
Uno scatto d’orgoglio spinge un
rincuorato Orzetto ad avere ragione della fatica ed a guadagnarsi il dolce e la
pesca portati da casa, non prima di aver sorseggiato con un certo impeto un pò d'acqua, concludendo così la salita in due ore e mezza.
Il tempo però stringe, se ci
fermiamo troppo rischiamo di venir colti dal buio poco dopo la metà del
percorso di ritorno, dopo le otto di sera c’è già poca luce, specialmente tra
gli alberi alti.
Si torna quindi indietro di buon
passo, cercando di non perdere tempo.
Orzetto è stanco, in discesa le
gambe gli scappano di qua e di là: decidiamo di prenderlo a turno sulla
schiena, più o meno per 500 metri a testa (sono pur sempre 22 Kg !!).
Secondo il Garmin siamo in media
perfetta, dovremmo arrivare giù in tempo, al buio per forse soli 800 metri.
E così è !!
Il tratto asfaltato, le luci
delle prima case, il motore di qualche macchina, dei segnali stradali….
Due ore per scendere, meglio del
previsto: del resto il passo non era lento.
In macchina Orzetto divora un
altro dolce e Orza si attacca alla bottiglia di acqua, mentre io decido
che invece mi attaccherò a mezzo litro di birra artigianale nella birreria un
chilometro più in là; è doveroso, visto che non è la solita birra commerciale e
che il boccale da mezzo litro costa solo un Euro e ottanta !!
Una menzione speciale ad Orzetto
ed ai suoi primi venti chilometri di sentiero con 500 m D+, portati a termine
con grande forza ed onore.
Allenamento e famiglia: qual è
l’utile e quale il dilettevole ? Ad ognuno la scelta.
complimenti al tuo piccolo Orzetto!!! il Taiano in su e in giù?! e poi voi a portarlo in spalla? la mia Anna, 7 anni e mezzo, tanto se fa un giro in Bosco a Basovizza!
RispondiEliminaallenamento famigliare con birra finale, ci vuole anche questo, complimenti al piccolo che ha assecondato il desiderio di papà. francoscr
RispondiEliminaGrazie ad entrambi per i complimenti.
RispondiEliminaE' TOSTO !!
Belle le camminate in famiglia! Per Ora Mateja non cammina, ma pesa solo 10 kg scarsi :-)
RispondiEliminaE complimenti al piccolo camminatore tosto
Eeeembè! Buon sangue non mente! Che belli questi momenti !
RispondiElimina- Caio: ....e te dovessi veder come che el cori !!
RispondiElimina- Ale: speremo che no'l moli !!