5^ Euromarathon Muggia –
Capodistria
Domenica 18 settembre 2011
(foto atleticats.com)
Ultimo dei primi o primo degli
ultimi ?
Questo è il grande dubbio che scuote i miei pensieri
qualche minuto prima di mezzogiorno quando, mestamente diretto alle docce,
ripercorro col pensiero i lunghi quattro mesi trascorsi tra salite sprint,
ripetute, pista e strada. Trascorsi sotto al sole che cuoceva i sentimenti.
Mesi nei quali credevo di essermi
allenato, i presupposti
per far bene c' erano tutti….evidentemente qualcosa non ha funzionato….
Per impiegare 2h 20’ 30” in una
Mezza Maratona ed arrivare 322° su 341 partecipanti non è necessario allenarsi
per tanti mesi, quattro o anche cinque volte alla settimana !!
Seguire tabelle, forzarsi di
uscire anche se la voglia non è proprio al massimo, rammaricarsi per gli
allenamenti persi, con il caldo che sfianca….ecco, il caldo….
Trovare 26 gradi di temperatura
alle 9:30 di una mattina di metà settembre non è decisamente consueto, specie
se a questa temperatura si accompagna un’umidità relativa prossima all’80 %,
con un percorso interamente esposto al sole e con un paio di episodi di cielo
coperto, di durata sempre troppo breve, che eclissandosi lasciano l’amaro in
bocca e tanto sudore sulla fronte.
Ed anche se la prima metà del
percorso, un po’ oltre al Confine di Stato, passa con sofferenza ma abbastanza
controllata, i lunghissimi tratti rettilinei della seconda parte riescono a far
dubitare i più convinti, mentre il sole che picchia cerca di farsi strada nella
testa per cancellare i migliori propositi.
CHE CALDO !!
Dopo un chilometro dal via si
passa da Piazza Marconi, il centro di Muggia.
(foto atleticats.com)
“The final countdown” a palla
mette in circolo con violenza le endorfine: solo 4’ 52” per percorrere il
secondo chilometro.
Fuoco fatuo, ho il fiato
grosso e salgo da un marciapiede all’altro alla ricerca dei tratti all’ombra,
rasente al muro.
(foto atleticats.com)
Al ristoro del 5° chilometro ho
già le visioni e tracanno avidamente due bicchieri d’acqua, fermo, mentre gli
altri sfilano via.
Riprendo a mettere un piede
davanti all’altro in un ridicolo tentativo di corsa, non prima di aver
scacciato la convinzione del ritiro che sta per prendere il sopravvento su un
divertimento che oggi stenta a farsi largo.
Con due tronchi al posto delle
gambe affronto la salita all’ottavo chilometro….cammino.
Arriva la discesa e finalmente
riesco a correre un po’, 5’ 35”/Km.
Ancora leggera discesa; potrei
correre di più, ma soffro talmente il caldo che non riesco a muovere le gambe
più velocemente.
Capisco che l’occasione di fare
un buon tempo è ormai naufragata inesorabilmente, soffocata da un’afa con la
quale non ho mai corso e che mi sta provando oltremodo.
Sono al tredicesimo chilometro,
ormai a livello del mare, così come lo è l’arrivo a Capodistria; adesso di
discese non ce ne sono più, ci sono invece tre lunghissimi rettilinei, sei
chilometri per arrivare alla periferia di Capodistria, in una desolata e
puzzolente zona industriale.
Fa un caldo assurdo, non è questa la
temperatura alla quale noi asburgici siamo abituati.
Al ristoro del 15° mi metto sotto l’ombrellone e bevo con calma. Mi giro per guardare indietro: dopo di me ce
ne sono pochi….
Prima di ripartire mi verso sulla
nuca un bicchiere d’acqua, patetico tentativo di abbassare un po’ la
temperatura corporea.
Tiro un po’ su la canottiera arrotolandola
fin sotto le ascelle: così va un po’ meglio, almeno la superficie di pelle
esposta all’aria è aumentata.
Sono grondante….un alito di vento
mi accarezza la schiena procurandomi un piacevole sollievo, seguito
immediatamente da un brivido di freddo, che brutta sensazione !!
Mi fermo a bere anche al 20°,
ormai è inutile fare gli eroi….
Un paio di curve e sono nella
zona pedonale di Capodistria, ultimo rettilineo ed arrivo al traguardo.
In questa Via Crucis, ho perso il
conto dei tanti tratti percorsi al passo e di quelli nei quali il desiderio di
ritirarsi era predominante: credo che sia stata la corsa che in assoluto mi ha
esaurito di più.
Sotto la doccia la riflessione
continua: alle spalle di tutti i mostri sacri, i superdotati e gli amatori Master
60-65-70 arrivo io, nelle ultime posizioni….ultimo dei primi ?
Dopo di me solo gli altri 205.000
abitanti della mia Città, quelli che non hanno partecipato….primo degli ultimi ?
Da questo punto di vista la cosa
assume tonalità diverse, i grandi numeri riportano uno stato delle cose del tutto
differente e molto favorevole, rispetto ad una prestazione da definire misera.
Il bicchiere forse è mezzo pieno,
amaro ma mezzo pieno…. ragionamento effimero, conclusione scontata.
Andrà meglio la prossima.
(foto atleticats.com)
Dovrebbe essere il periodo migliore per correre queste mezze che servono per le maratone invernali, ma questo caldo non se ne vuole andare,sicuramente andrà meglio la prossima volta.francoscr
RispondiEliminaUn tilt da caldo fuori stagione ci sta. Io da tempo ho abbandonato tabelle e tempi, corro, poi come va va.
RispondiEliminaIera tanto che non "cascavo" nel tuo sito... Orzo non sta avilirte cos te vol non sempre xè domenica e poi tutto servi per far esperienza... forsi quando che xè caldon, mejo scoltar le cicale e lassar perder el cronometro.. la prossima anderà mejo sicuro! Stame ben StefanoS
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