"La scuola di guerra della vita", Friedrich Nietzsche:

Quel che non mi uccide, mi rende più forte"

(Friedrich Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, 1888)

"Se dopo aver accompagnato tuo figlio in palestra, aspettando seduto nello spogliatoio e pensando alla gara del giorno prima, con la calcolatrice del cellulare cominci a calcolare:

- a che passo avresti dovuto correre per arrivare cinque minuti prima;

- che tempo avresti fatto se ai 10 chilometri fossi arrivato ad una media inferiore di 5 secondi al chilometro;

- a che media affronterai la prossima gara volendo migliorare il tuo PB di almeno 10 minuti

allora le possibilità sono due: o sei un runner o sei cerebroleso, e non è detto che una escluda l'altra....”
(orzo)
....certo che noi runners siamo proprio strani....
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mercoledì 4 maggio 2011

TA di Pasquetta


Sì beh….circa….

L’impulso è stato la giornata festiva da trascorrere all’aperto in famiglia, approfittando dei bellissimi spazi che l’Altipiano carsico sa offrire, per espiare le colpe causate dagli eccessi gastronomici della Pasqua.
Del resto dopo una Quaresima di stenti (ehm), con lunghissimi periodi di prolungato digiuno (ehm), la libertà nei costumi mangerecci porta a non lesinare nel desco delle feste, soffocando il rimorso che ad ogni boccone prova a farsi largo.

Destinazione il Monte Concusso,

modesto rilievo calcareo che con i suoi quasi 700 metri di quota segna il confine orientale del nostro Paese.
Meta oggi di allegre gite, ma che fino a pochi anni or sono costituiva l’inespugnabile baluardo di un’impenetrabile Cortina di Ferro, a poche centinaia di metri dalla porta di casa.


Lasciato il parcheggio, dopo un breve tratto in piano, quasi subito inizia la parte più acclive e si entra in un piacevole tratto boscato.

La pendenza aumenta, ed approfitto per “stretcharmi” il polpaccio sinistro, favorendo così il recupero in seguito agli ultimi inconvenienti avuti.
La primavera si fa strada con forza anche nella dura roccia, e vale la pena godere dello spettacolo che essa offre.


I tratti ombreggiati e quelli assolati si susseguono, mantenendo una temperatura comunque alta, ma che si sopporta senza alcun problema.





Anche perché l’aria sta diventando più fresca ed il cielo si sta oscurando.

La direzione sembra essere quella giusta, ma nutro forti dubbi sulla base cartografica utilizzata….





Il sentiero finalmente spiana ed ora è molto piacevole procedere.



Dopo circa 45 minuti di salita “l’impervia vetta” è raggiunta e nonostante tutto riesco a produrmi in un ultimo, decisivo sforzo (prego notare la caserma di confine sapientemente trasformata in ristorante)

mentre la giusta (e buona) ricompensa ci attende fumante !!




Il ritorno si svolge sotto una leggera pioggia, che comunque non disturba e rinfresca.
Ah dimenticavo, la carta non segnava la strada da percorrere: era semplicemente una mappa del tesoro.


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